50 giovani figure aziendali prossime ad un intenso training tecnico;
2 trainer-cuochi;
aula didattica a platea;
aula spaziosa con tavoloni grandi per lavori di gruppo;
proiettore + lavagna fogli mobili;
fogli bianchi A4 + 3 penne colorate;
estratto di manuale tecnico;
fogli per lavagna mobile + pennarelloni colorati per tutti i partecipanti;
Preparazione:
Invitare i 50 partecipanti nell’aula didattica a Platea. “Riscaldare” l’atmosfera e ravvivare l’attenzione con giochi sull’ascolto e sui rumori. Servire la teoria base sulle Mappe Mentali in modalità interattiva chiedendo ai partecipanti di sviluppare la loro prima Mappa Mentale sui fogli A4 e con le 3 penne colorate.
Trasferito il contenuto invitare i partecipanti al seguente lavoro in 10 sottogruppi: analizzare e sintetizzare l’estratto del manuale tecnico in una Mappa Mentale di gruppo utilizzando i fogli per lavagna mobile ed i pennarelloni colorati. Condire con confronto e condivisione.
Ritornati nell’aula a platea lasciare che ogni gruppo restituisca la propria interpretazione sotto forma di Mappa Mentale agli altri sottogruppi.
Chiudere con ringraziamenti ed arrivederci al prossimo incontro sul Decision Making ……
Dal diario di una partecipante a YourSelf Leadership 2010:
Tutto inizia una mattina di fine maggio dove due formatori in assetto da spionaggio, due imprenditori curiosi, due manager combattivi ed un project manager imperturbabile vengono incuriositi da una frase di Confucio: ”Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” annotata su un taccuino.
Sono in un gazebo nel giardino del centro Rafting di Dimaro, in Val di Sole, seduti intorno ad un tavolo. Di fronte a loro il formatore che hanno scelto. Lo conoscono, lo stimano e per questo l’aspettativa è alta.
Ognuno di loro vuole infatti portarsi a casa qualcosa: emozioni, contenuti, spirito di gruppo, capacità di leadership, ecc.
E la frase di Confucio dice loro che perché ciò avvenga dovranno fare, provare, essere attori delle situazioni. Anche perché non possiamo pensare che un leader sia passivo!
Il formatore illustra la metodologia outdoor. Poche parole e subito un esercizio.
I partecipanti si osservano e meditano su quanto potranno essere leader migliori dopo questi due giorni.
Si preparano quindi ad affrontare un duro Orienteering in mountain bike.
Divisi in due gruppi, dotati di cartina, devono raggiungere punti di controllo chiamati “lanterne”. Vince il gruppo che ne documenta di più e in minor tempo.
Un po’ di pianificazione e poi armati di cerate, perché inizia a piovere, i partecipanti scendono velocemente la strada pronti per affrontare la prova che si rivela dura già alla prima salita per non parlare poi della scelta al bivio.
Quali abilità mettere in azione? Faccio da sola, chiedo al gruppo, mi risparmio, mi sacrifico? Il formatore e la guida ci seguono da lontano e osservano. Il debriefing seguente ci mostrerà quanto di efficace poteva essere fatto. Ognuno riflette.
Decidiamo di regalarci una cena che ci faccia sentire gruppo davvero. Gli “strumenti” saranno una chitarra e la voglia di condividere.
La mattina seguente ci vede carichi per ciò che sta per avvenire: il Rafting.
Conosciamo la nostra guida. Adam, australiano, quasi vent’anni di esperienze su gommoni in tutto il mondo. È lui che ci fa il brief. Lo ascoltiamo perché sappiamo che non sarà una passeggiata.
Ci vestiamo (muta, giubbotti, casco…) e sulle jeep ripassiamo mentalmente i comandi.
Finalmente sul gommone, remo in mano. Si parte! Il nostro formatore documenta da un catamarano cosa avviene. Se cercavamo emozioni quello è il posto giusto. Ma nessuno si lascia andare. Siamo concentrati. Adam ci guida e ci regala un momento di pura adrenalina.
Durante il debriefing ciò che viene fuori rispetto ai nostri comportamenti ci aiuta capire quanto sia impegnativo essere un buon leader.
Ancora un lavoro di gruppo e poi i saluti.
Vale la pena di vivere un’esperienza in outdoor? Si, assolutamente sì. Ciò che vissuto (facendo…) è ben impresso nella mia mente. Ho sperimentato abilità e acquisito capacità. E ho energia. Mi sono anche divertita. Quasi quasi ne faccio un’altra!