mercoledì 16 agosto 2017

Il blog è morto

Il Post precedente a questo è datato 30 dicembre 2016. In questi 6 mesi non ho creato nessun Post e la sensazione che il blog sia un "sistema" senza energie è quasi una certezza.
Analizziamo qualche numero:
- ho aperto questo blog nel lontano 2007 con un Post sulle Mappe Mentali.
- in questi anni ho pubblicato 487 Post;
- ho registrato un totale di 115.120 pagine viste;
- 62.102 visitatori
Pensiero critico: numeri decisamente piccoli, soprattutto se confrontati con i numeri che sfornano oggi certi account su Instagram, YouTube e social network vari. Diamo per scontato ( ci hanno insegnato)che dobbiamo puntare a numeri alti. Inizio a chiedermi se è sinonimo di qualità.

Il Corriere evidenzia come il Wall Street Journal abbia chiuso 8 blog e che il microblogging abbia "schiacciato" il blogging grazie a 4 fattori: la banda larga mobile, i social network, le app e le notifiche. Tutto questo ha reso più veloce condividere contenuti facili (video, foto, frasi da 140 caratteri).

Focus scriveva che il blog era morto nel 2011 ...

Interessantissima l'analisi del Post di Riccardo Scandellari. In particolare sono incredibilmente d'accordo sul fatto che scrivere un blog è faticoso perché chiede di essere "interessanti e pertinenti" e questo richiede una competenza comportamentale chiamata "comunicazione".

Nel leggere i vari articoli sul tema mi sono accorto di una importante analogia: quando si parla di "microblogging" le parole più spesso associate sono "veloce e facile"; quando si parla di blogging le parole associate sono "lento e difficile".

Alla fine mi sono fatto questa personalissima idea: il blog è "lento e difficile" perchè è nato con l'obiettivo di generare qualità; il microblogging è "veloce e facile" perchè è nato con l'obiettivo di generare quantità.

Il blogger è chiamato a mettere in atto capacità e competenze complesse:
- essere interessante
- essere pertinente
- dedicare tempo
- avere competenze di comunicazione
- possedere competenze di analisi e di sintesi
- avere capacità strategiche e progettuali
- provare veramente passione per un tema 
- mettere al centro la propria passione (e non sé stessi)
- essere dei portatori sani dei 4 principi alla base di Wikinomics: apertura, peering, condivisione e azione di portata globale

Direi che potremmo applicare il Principio di Pareto anche a questo tema: il 20% dei contenuti genera l'80% della qualità. L'80% dei contenuti genera il 20% della qualità. Chiaramente dobbiamo metterci d'accordo su cosa significhi "contenuto di qualità" .....

E qui mi vengono in mente le parole di Evan Williams (guarda caso uno dei fondatori di Blogger, la piattaforma su cui sto scrivendo): l'architettura del web non è stata fatta per supportare la qualità, ma la quantità.