Infortunio
Mercoledì 16 gennaio mi sono fatto visitare da un ortopedico sportivo che mi ha diagnosticato un'infiammazione del tendine rotuleo e del muscolo quadricipite.
Decidendo il titolo da dare a questo Post mi chiedevo se era il caso di usare la parola "infortunio"; mi chiarisce il concetto Albanesi che definisce l'infortunio ....:
quando, dopo la fase di riscaldamento, la prestazione è decisamente compromessa.Tenendo conto che sabato ho provato a fare una corsetta ed il risultato è stato un forte dolore dopo 100 m che non mi permetteva assolutamente di continuare .... direi che posso usare questo termine.
Se mi accorgo che praticamente corro con una gamba e mezzo perché non uso
completamente la sinistra per non sentire dolore e, così facendo, perdo
10-20"/km è abbastanza inutile negare la verità: siamo in presenza di un
infortunio.
Questo momento di stop si sta trasformando in una fase "Check" (vedi ciclo di Deming) del progetto Maratona.
Anticipo che sto seguendo una cura proposta dall'ortopedico (nonchè fisioterapista) interpellato: e lo strumento di test sarà sicuramente il metodo Stop&Go proposto da Albanesi.
Ai prossimi post il "Check" della situazione.
Richiamo di un messaggio e-mail
Altrettanto spesso, molte persone mi chiedono come funziona questo comando di Outlook.
Per un chiarimento più che esaustivo rimando alle seguenti pagine:
- http://office.microsoft.com/it-it/outlook/HP052421841040.aspx?pid=CH062556091040
- http://office.microsoft.com/it-it/outlook/HA010917601040.aspx?pid=CH062556091040
Ho notato inoltre che, se il destinatario non dispone di un account Exchange, gli arriva comunque un e-mail con oggetto "Richiamo: testo dell'oggetto" e nel campo testo il messaggio: "nomeutente desidera richiamare il messaggio "testo dell'oggetto".
Gestione delle emergenze (sportive)
E dopo le emergenze lavorative passiamo a quelle sportive: come già anticipato nel Post precedente circa a metà dell'allenamento compare un dolore al ginocchio a cui inizialmente non do peso. A tre quarti dell'allenamento non riuscivo più a correre dal dolore.
Emergenza o inconveniente ? Sono due punti di vista differenti: uno è quello di progetto (visto cioè nell'ottica di raggiungere l'obiettivo Maratona), l'altro è quello di passione/sport/sviluppo.
Partiamo da una analisi della situazione, che vale per entrambi i punti di vista. Come dicevo dolore al ginocchio sinistro, localizzato sopra e a sinistra della rotula. Quando ha iniziato a comparire ho provato a fermarmi, dopo una trentina di secondi di corsa diventava molto intenso e si spandeva per tutta la gamba.
Cosa sarà ? Per ora non ho responsi (solo speranze). Sicuramente interessante l'approccio espresso da Tim Noakes e riportato da Micio1970 nel suo Post del 22/12/07: ricercare la causa in ambiti genetico, ambientale, metodologico. Analizziamo ...
- Genetico. risposta difficile. Corro da molti anni, solo ultimamente però secondo un allenamento intenso e preciso, fino ad oggi non avevo mai avuto problemi. Ambito da approfondire, probabilmente con delle visite mediche.
- Ambientale. Meteo: giovedì era decisamente umido (aveva da poco smesso di piovere), 7 gradi, cielo coperto, grigio ed uggioso. Fondo: asfalto.
- Metodologico. Penso l'ambito in cui trovare più indicazioni. Sesta settimana di allenamento, le ultime tre sono state in media di 55/60 km a settimana. La settimana precedente sono uscito ogni giorno (approfittando delle ferie) ed ho aggiunto alla corsa 5 risalite con gli sci d'alpinismo di 500 metri di dislivello l'una. Inoltre, martedì avevo fatto una seduta di salite medie: 500 metri di salita x 12, un totale di 16 Km compreso riscaldamento e defaticamento. Sovraccarico ? Troppa salita ? Inesperienza ???? .... estremamente probabile.
Citando sempre un Post di Micio1970 (colgo l'occasione per ringraziarlo vivamente, il suo Blog è veramente interessante), evidenzierei le variabili che secondo me hanno influito sull'"inconveniente":
- mancanza di esperienza;
- eccessivo chilometraggio settimanale;
- riscaldamento e stretching (mea culpa);
Infine la situazione ad oggi, 3 giorni dopo: non ho più corso ed ho cercato di tenermi a riposo. Non posso dire che il ginocchio mi faccia male, ma sento un continuo fastidio (soprattutto dopo essere stato seduto a lungo) e se provo ad accellerare il passo inizio a sentire un dolore. Idem per quando salgo e scendo le scale. Temo che una visita sia oramai d'obbligo.
Passiamo al punto di vista progettuale: come dicevo nel Post precedente l'unica soluzione è prevedere. Nel pianificare gli allenamenti ho inserito 4 settimane di "tempo di riserva". La tabella prevede 16 settimane di lavoro, le ho iniziate 20 settimane prima della data della Maratona di S.Antonio (27 aprile) in modo da tenermi 4 settimane per eventuali imprevisti. Certo speravo che questi imprevisti fossero un po' più "soft" ... magari qualche influenza o qualche carico di lavoro (professionale) eccessivo. Ora si tratta di vedere se 4 settimane saranno sufficienti per recuperare.
Infine il punto di vista di passione/sport/sviluppo: devo dire che questo evento mi ricorda molto la teoria della focalizzazione negativa così ben espressa da Livio Sgarbi nel suo libro "Istruzioni per Vincere": spesso ci si concentra più su ciò che non si vuole ottenere, piuttosto che su ciò che si vuole. Un esempio calzante: provate ad andare d'estate a fare una discesa in torrente con il rafting, il Kayak o l'Hydrospeed; la guida vi dice: "vedete quel grande sasso al centro del fiume? Bene, andate ovunque eccetto che lì". Dove pensate che finiscano tutti ? Spalmati sul sasso ! La focalizzazione del nostro cervello è stata richiamata sull'obiettivo su cui non dovevamo andare; il messaggio esatto era: "passiamo tra quel grande sasso al centro del fiume e la riva destra" in modo che la focalizzazione fosse sul positivo. Perchè tutto questo ragionamento sul non ? Perchè era proprio da due/tre giorni che pensavo ad un eventuale infortunio. Sarà perchè stavo leggendo con interesse i consigli di Tin Noakes , sarà perchè mi ha attirato l'attenzione il Post di Claudio che conclude l'allenamento con l'infiammazione al ginocchio o il Post di Lanfree sotto ai ferri ?
Gestione delle emergenze (lavorative)
La seconda emergenza invece è di stampo più lavorativo e avviene venerdì pomeriggio verso le 16.00. Premetto che in questi giorni il carico lavorativo è decisamente elevato, tanto che mi prefiguravo già un week end con almeno due mezze giornate davanti al computer; ma torniamo in ufficio. Durante una telefonata il mio sguardo vagava senza concentrazione sullo schermo del nuovo notebook acquistato gli ultimi giorni di dicembre. All'improvviso accade quello che nessuno di noi vuole mai vedere: una bella schermata nera con caratteri bianchi che mi avvisa di un errore irreversibile. Non faccio neppure in tempo a leggere di cosa si tratta che il notebook si riavvia.
Finisco la telefonata (in modo sbrigativo) e mi concentro ..... il computer si è riavviato, provo a lavorare un po' ... ed inizia a succedere di tutto: continui messaggi di errore, programmi che si chiudono e ... di nuovo la schermata nera.
La faccio breve: dopo una sommaria analisi e una chiaccerata con amici tecnici le ipotesi sono tre:
- qualche strano errore sui registri di Windows;
- virus;
- problemi Hardware.
Quello che più mi interessa in questo contesto è comunque l'aspetto metodologico della situzione, ossia la gestione dell'emergenza. E' chiaro che in questa situazione di sovraccarico di lavoro il blocco del computer risulta un emergenza decisamente seria, soprattutto per chi (come me) tende all'"ufficio senza carte" e all'interno del proprio computer ha tutto, e quindi senza computer è completamente bloccato. La domanda sorge quindi spontanea: quale arma per combattere l'emergenza ? Rispondo metodologicamente: pensare, prevedere, pianificare. In ambito formativo viene chiamata "metodologia delle 3P" (dove le 3 P indicano appunto Pensare, Prevedere, Pianificare), ed indica quella procedura che si mette in atto per gestire le emergenze: non c'è metodo migliore se non quello di prevederle. Unico problema: la procedura dovrebbe essere messa in atto prima che l'emergenza avvenga: se aspettiamo che il problema arrivi possiamo solo citare i latini: "Errare humanum est" (ma ricordiamoci che "perseverare autem diabolicum").
Torniamo al notebook: visto l'enorme importanza che riveste questo "strumento" nella mia attività lavorativa, avevo già pensato all'eventualità di un blocco tecnologico. Prevedendo tutte le difficoltà e i costi a cui sarei andato incontro ho pianificato quello che in gergo tecnico chiamano disaster recovery (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Disaster_recovery). Senza entrare nel tecnico (non è questo lo scopo del Post) dirò che l'architettura Server/Client Small Business Server installata in ufficio già da più di un anno si è dimostrata in questo primo caso di emergenza decisamente funzionale: ho preso il mio vecchio Notebook dall'armadio, l'ho acceso, l'Exchange ha sincronizzato tutto l'Outlook e tutta la cartella Documenti in 5 minuti. Circa 30 minuti dopo il "disaster" stavo lavorando nuovamente sullo stesso file Excel su cui ero impegnato prima che suonasse il telefono.
La nuova interfaccia grafica di Office 2007 e Giordano Bruno ....
Gli obiettivi perseguiti nella realizzazione della nuova interfaccia sono stati:
- semplificare la ricerca e l'utilizzo da parte degli utenti della gamma completa di funzionalità disponibili nelle applicazioni;
- preservare un'area di lavoro organizzata che riduca i motivi di distrazione affinché gli utenti possano concentrarsi sul proprio lavoro con un minor dispendio di tempo e di energie;
Personalmente ritengo che il cambiamento sia veramente sostanziale e devo ammettere di aver riscontrato non pochi problemi alla ricerca di comandi che non trovavo più.
Devo però ammettere che l'idea mi piace: metodologicamente parlando, si passa ad utilizzare le potenzialità del pensiero per immagini. E' su questo principio che si sono basate le metodologie adottate nella dialettica greca dai sofisti, nella retorica romana (Cicerone e Agostino) e nell'ermetismo rinascimentale (Giordano Bruno - De umbris idearum).
Le "visualizzazioni grafiche" dei comandi perdurano nella mente più a lungo e più facilmente rispetto ad una parola.
"Filosofie a parte" il cambiamento è però sempre difficile, e la necessità di trovare un comando è impellente durante la giornata lavorativa. Alla Microsoft hanno pensato bene di creare un Tool per aiutarci nella ricerca dei "comandi perduti" che trovate a questo indirizzo:
Outlook 2007: collegamento Contatti alle Attività, Appuntamenti, Diario (e Contatti stessi)
Ecco come fare:
Strumenti -> Opzioni... -> Opzioni contatti... -> mettere il flag su "Mostra collegamento contatti in tutti i moduli
Outlook: suggerimento indirizzi e-mail
Anche in questo caso una pagina curata da Roberto Restelli fa chiarezza sugli aspetti tecnici.
Outlook: limite delle dimensioni del file PST
Leggere anzichè a correre
anche per capire insieme gli errori di noi podisti che ci portano
inesorabilmente, qualche volta ... a leggere anzichè a correre!
Il tutto mi fa ricordare la distinzione introdotta dal filosofo inglese della conoscenza Gilbert Ryle nel testo The Concept of Mind, tra il Know-How e il Know-That. Il Know-How è fondato sull'esperienza, il Know-That è fondato sulle regole e sulle procedure operative. Ora: è chiaro che ammiriamo sempre le persone di "grande esperienza", e già quando dico "persona di grande esperienza" il più delle volte pensiamo ad una persona di una certa età. Perchè si pensa che il Know-How sia direttamente proporzionale agli anni.
Mi sono sempre chiesto se non ci possa essere un modo per accellerare l'acquisizione dell'esperienza, e mi viene incontro il concetto del Know-That: regole e procedure operative.
E come acquisire regole e procedure ? I casi sono due:
- o le deduco dopo aver fatto l'esperienza (provo, riprovo, sbaglio, riprovo ed acquisisco esperienza);
- o le imparo attraverso lo studio e la conoscenza (ad esempio leggere .... ) e poi le provo e le convalido con l'esperienza.
- Plan (Pensare = Know That)
- Do (Agire = Know How)
- Check (Studiare = Know That)
- Act (Procedurizzare = Know That)
Ah dimenticavo: tutto questo per dire che ho comprato "Correre per vivere meglio" di Roberto Albanesi ......
Primo Post dell'anno ....

Partenza alle 16.45 con -2 gradi centigradi. 556 metri di dislivello, 3,13 Km in 54:13. Imparagonabile con la corsa: vuol dire un passo medio di 17,18/Km .... pur sempre 37 minuti con la FC tra l'80 e il 90%.
Dati a parte, la bellezza delle cime al tramonto avvolte dal silenzio è impagabile. I -19 gradi all'arrivo invece si sono fatti sentire, soprattutto alle mani.
Da annotare: durante la discesa mentre la frontale rischiarava pochi metri davanti a me vedo in lontananza dei catarifrangenti ... molto simili a quelli sulle maglie da corsa. Ed infatti eccoti una coppia di Runner (un Lui ed una Lei) che scendono di corsa sulla pista Belvedere di Folgarida, al buio completo e solo con scarpe da corsa, senza racchette. Ma chi li ferma questi Runner ?