giovedì 22 novembre 2012

Confucio Upgrade

Oggi pensavo, con scarsa umiltà, che la famosa frase di Confucio spesso citata per spiegare la formazione esperienziale andrebbe aggiornata ….

Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco … se rifletto apprendo.

domenica 4 novembre 2012

Formatore situazionale …

… ovvero come decidere se essere Insegnante, Formatore, Facilitatore.

Alcune riflessioni partendo da un modello proposto da Daniel Pratt* (1988) sulla predisposizione degli adulti ad apprendere. Più che concentrarmi sulla disposizione dei discenti il modello mi ha fatto pensare a come lo stile di insegnamento possa essere situazionale, a seconda appunto ai discenti. Partiamo dal seguente modello:

Cattura

  • sull’asse delle x mettiamo le Competenze e l’autonomia (di apprendimento) del discente;
  • sull’asse delle y mettiamo la fiducia in sé stesso ed il livello di motivazione (sempre del discente).

Pratt propone che il “professionista dell’apprendimento” (come li definisce) sappia identificare dove si colloca il discente e che adotti uno stile appropriato in termini di sostegno e di direzione, dove i due termini indicano:

  • sostegno: incoraggiamento che il discente ha bisogno di ricevere su un piano emotivo;
  • direzione: bisogno del discente di ricevere assistenza per il processo di apprendimento.

Ecco quindi che possiamo trovare 4 tipi di discenti nei 4 quadranti:

  • Quadrante 1: poco motivati, scarsa fiducia in sé, poco competenti e poco autonomi. La prima situazione che mi viene in mente sono bambini o ragazzini …. In questo caso il “professionista dell’apprendimento” deve diventare un insegnante: dirigere molto e sostenere molto;
  • Quadrante 2: motivati e con fiducia in sé stessi. I discenti avranno bisogno di essere diretti ma non sostenuti. Il “professionista” diventa un formatore.
  • Quadrante 3: competenti ed autonomi, ma sfiduciati e demotivati. Il professionista rimane un formatore, ma questa volta sostiene molto e dirige poco;
  • Quadrante 4: il quadrante “obiettivo” (quello a cui tendere …). I discenti sono motivati, hanno fiducia in sé stessi, competenti ed autonomi. Il professionista diventa un facilitatore: sostiene poco, dirige poco, diciamo che “mette i discenti nelle condizioni di apprendere”, creando situazioni e garantendo il processo.

Le capacità che il professionista dovrà sviluppare sono:

  • riconoscere dove si collocano i discenti all’inizio dell’apprendimento;
  • scegliere un “percorso” di crescita dei discenti (quadranti 1->2->4, oppure 1->3->4);
  • dosare direzione e sostegno a seconda dei quadranti accompagnando i discenti lungo il percorso;
  • portare i discenti al quadrante “target” 4;
  • adattare il proprio stile.

 

* Daniel Pratt “Andragogy as a Relational Construct”

sabato 3 novembre 2012

Creatività e Leadership

page88_1I Leader creativi […] capiscono che in un mondo che cambia sempre più velocemente la creatività è un requisito essenziale per la sopravvivenza degli individui, delle organizzazioni e delle società.

 

Knowles M.S. Journal of Management Development, University of Queensland Business School, Australia, settembre 1983