giovedì 15 agosto 2013

Leadership & Facilitazione Visuale

In questi giorni di agosto sto studiando “Agile Retrospectives” di Ester Derby e Diana Larsen. Il testo nasce negli ambienti SCRUM, un processo utilizzato dai primi anni 1990 per gestire lo sviluppo di prodotti complessi (soprattutto software). Uno dei momenti fondamentali di questo processo è rappresentato dagli incontri di miglioramento, chiamati “retrospezioni”. Sto studiando questo libro perché esiste a mio parere una stupefacente similitudine tra una riunione di retrospezione dello scrum ed un debriefing di formazione esperienziale. Il ruolo del facilitatore, soprattutto, è molto vicino nei due processi e richiede skill ed attitudini del tutto similari. Una delle capacità fondamentali richieste è quella di saper facilitare visualmente gli incontri. Questo (oltre ad incoraggiarmi ancora di più ad approfondire lo studio delle SketchNote), mi ha portato a fare qualche ricerca in internet; tra le varie scoperte un interessante PDF che riassume un libro di David Sibbet sulle capacità richieste ad un Leader di facilitare il lavoro del team attraverso il visuale. Conoscevo David Sibbet per la teoria di evoluzione dei gruppi TPM (Team Performance Model), ma non per il suo lavoro sul Visuale.

Lascio la lettura del PDF a chi ne fosse interessato, ma riassumo in estrema sintesi i 7 strumenti visuali fondamentali che un Leader dovrebbe possedere:

  1. Metafore e modelli visuali per aiutare le persone a comprendere come funzionano le cose nella propria organizzazione;
  2. Riunioni con grande uso della visualizzazione per ispirare, coinvolgere, sostenere il pensiero, supportare promulgazione;
  3. Template grafici visuali per ogni tipo di pianificazione;
  4. Matrici per decidere: per migliorare il processo decisionale del team è necessario che tutti abbiano una chiara comprensione visiva delle alternative possibili;
  5. Gestione dei Progetti con strumenti grafici semplici, che diano l’idea di un percorso con le giuste tappe (milestone);
  6. StoryMaps grafici: grandi manifesti che integrano la storia, le visioni, le sfide, i valori, i comportamenti critici, e altre idee chiave;
  7. Video e strumenti grafici “virtuali”. Secondo Sibbet un leader deve saper usare questi strumenti in modo efficace ed efficiente.

Che dire … non rimane che comprare il libro, anche se sono molto indeciso tra Visual Leaders, Visual Meetings e Visual Teams ….

venerdì 9 agosto 2013

SketchNote vs. Powerpoint

 
In questi giorni di calma d’agosto ne approfitto per dedicare un po’ di attenzione al blog, che spesso abbandono a causa degli impegni formativi. Stesso argomento del Post precedente: SketchNote. Condivido qui sotto un interessante (secondo me) esperimento utilizzando le SketchNote e Prezi, il software di presentazione alternativo a PowerPoint.
A fine giugno, in occasione dell’Experiential Training BarCamp, ho provato a facilitare visualmente l’apertura dei lavori utilizzando una SketchNote in alternativa alle “classiche” slide. Questo il risultato:

Ho realizzato la Sketchnote con SketchBook Pro che faccio girare sul mio Tablet Samsung ATIV Smart PC Pro 700T. Caricata l’immagine su Prezi ho poi inserito foto e testi in piccolo vicino ai punti principali (le cache) che volevo trattare durante l’introduzione.
Due parole sulla SketchNote: ho usato un patterns “path” per dare l’idea che l’introduzione avrebbe seguito una sequenza cronologica di punti (i cache) voluta e precisa. Ho creato l’animazione in modo da “zoommare” costantemente dagli argomenti principali (i cache) ai sottoargomenti che volevo sviluppare; ho cercato in questo modo di far sempre percepire al pubblico “dove ero” rispetto all’introduzione che stavo facendo. Per perseguire quest’ultimo obiettivo tornavo sempre a "zoommare” sull’intera SketchNote: penso che la percezione di “dove siamo” sia sempre forte.
Ritengo che questa sia la differenza fondamentale con PowerPoint. Il software di Microsoft usa una serie di slide sequenziali, Prezi un’unica slide dove si “zoomma” in e out. Penso che il pericolo delle Slide (soprattutto quando sono numerose) sia che il pubblico possa “perdersi”, sia rispetto al discorso, sia rispetto ad eventuali collegamenti logici tra dei punti. Un’unica slide da zoommare (un po’ come una mappa geografica), permette sempre di avere una “visione dall’alto” (overview), ed all’occorrenza un approfondimento sul punto sviluppato.
Un’ultima considerazione: penso che questa possibilità di “zoommare” richiami in modo naturale la nostra capacità deduttiva(dal generale al particolare = zoom in) ed induttiva (dal particolare al generale = zoom out), ed in questo senso sia molto più consona alle nostre umane metodologie di apprendimento.

mercoledì 7 agosto 2013

Studiare con le SketchNote

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Un veloce esempio di SketchNote usate per studiare: qui sopra ho appena finito il capitolo 1 di “Agile Retrospectives: Making Good Teams Great”. Sulla pagina bianca tra il primo ed il secondo capitolo sintetizzo i punti principali su una SketchNote.

Alcuni aspetti da sottolineare:

  • sintetizzare vuol dire tenere i concetti fondamentali e più importanti, non traccio esempi o frasi ridondanti usate per spiegare i concetti;
  • obbligatoriamente tutto deve stare su una pagina unica (questo limite stimola la sintesi e l’analisi);
  • uso un Pattern tipo “Path” …. direi che una forma a “percorso” ben si presta per questo capitolo che esprime concetti sequenziali;
  • i cache principali (raffigurati con dei cartelli) rappresentano i titoli dei paragrafi, in questo caso sono perfetti ….

Farò così alla fine di ogni capitolo … e poi, una volta finito il libro, realizzo un’unica SketchNote finale, che dovrà risultare la sintesi delle SketchNote di ogni capitolo. Uno dei vincoli che mi darò è che stia tutta su un foglio A4. In questo modo avrò su un unico foglio la sintesi di tutto il libro.