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Professori, FormAttori e Facilitatori
Parecchi anni fa ho trovato da qualche parte (internet ? libro ? ...) una definizione provocante ma veramente simpatica del ruolo dell'insegnante, del professore, insomma di chi lavora sull'apprendimento personale e degli altri.
Non ricordo veramente più chi è l'autore della citazione (mi sembrava una autrice); ho provato più volte a ritrovarla ma le mie ricerche su Google non hanno avuto successo.
Comunque esprimeva più o meno il seguente concetto.
Ci sono tre tipi di "formatori": la differenza tra loro dipende dalla loro passione, o meglio "dove"a è focalizzata la loro passione. Abbiamo quindi:
- i "professori": la loro passione è il sapere, la conoscenza. Si circondano di libri, leggono moltissimo. Conoscono autori e teorie, sono spesso concettuali puri.
- i "FormAttori": sono appassionati di sè stessi. La possibilità di essere al centro dell'attenzione, di dimostrarsi superiori è un modo per nutrire il loro ego. Amano i riflettori, il palco. Parlano tanto, fanno parlare poco. Loro hanno il sapere e hanno fatto tutte le esperienze .... gli altri devono imparare.
- i "Facilitatori". La loro passione è orientata alle persone: il loro obiettivo è che gli altri crescano. Si rifanno al motto di Galileo Galilei " Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo. Lo puoi solo aiutare a scoprirla dentro di sé.". Sanno lavorare "dietro alle quinte", tendono a non mettersi in mostra e non insegnano, ma (appunto) facilitano, ed in questo processo apprendono costantemente.
Come Kolb propone, ogni ruolo sarà adatto agli stili di apprendimento dei discenti.
- gli assimilativi, amanti di teorie e concetti, apprezzeranno lo stile dei professori;
- chi ha LOC esterno e scarsa proattività probabilmente preferirà i "FormAttori";
- proattivi e persone con buona stima di sè stessi probabilmente apprezzeranno essere accompagnati da un facilitatore.
Ad ognuno il proprio docente .......
Ad ognuno il proprio docente .......