Archive for 2010

Metodologie Formative

In questi giorni il confronto con Luca Baiguini sulla formazione esperienziale, mi ha fatto tornare in mente uno schema sulle metodologie formative che Leonardo Frontani ci ha illustrato allo IALT1:

Cattura

Sull’asse delle Y la quantità di informazioni che è necessario trasferire attraverso il percorso formativo, nell’asse delle X il tipo di Intelligenza coinvolta nel processo (dall’Intelligenza Cognitiva all’Intelligenza Emotiva/Comportamentale). Lungo la retta rossa varie metodologie formative presenti sul mercato. Infine la curva verde indica il tempo necessario (o forse è meglio dire “auspicabile”) per svolgere il percorso formativo.

Se il percorso prevede il trasferimento di un alto numero di informazioni la metodologia migliore è sicuramente l’Aula frontale: in poco tempo il docente può trasmettere molto contenuto ai discenti, che devono mettere in campo capacità prettamente Cognitive.

All’opposto se il percorso non prevede la trasmissione di molto contenuto, ma si concentra sull’aspetto Comportamentale dei discenti, la metodologia adatta è sicuramente l’Esperienziale. In questo caso però il tempo necessario per svolgere un buon percorso formativo è maggiore rispetto all’aula, perché per studiare gli aspetti dell’Intelligenza Emotiva (vedi Goleman) il tempo gioca un ruolo importante e fondamentale.

Tra questi due estremi, si possono utilizzare altre metodologie formative, come l’Aula informale e l’On The Job (ancora molto rivolte alla trasmissione di contenuti), il Mentoring e il Coaching (a metà strada) e la facilitazione che si avvicina all’Esperienziale.

Leonardo conclude con un’osservazione che mi trova completamente d’accordo: non esiste una metodologia migliore di un’altra, ma esistono degli Obiettivi Formativi per i quali si dovrà utilizzare la metodologia più adatta, o meglio ancora un mix di metodologie per creare quello che viene chiamato un percorso Blended.

La formula del Team

L’anno volge al termine, riguardo indietro e i ricordi migliori sono per i progetti formativi Outdoor di TeamWork (mi basta pensare a IALT1, 2 e 3 …). Da un punto di vista di contenuto sono molto soddisfatto di aver analizzato, ma soprattutto sintetizzato i contenuti sul Team Building e sul TeamWork nella “Formula del Team” (Licenza Creative Commons).

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Formula del Team by Luigi Mengato is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported License.

Perché un gruppo di persone evolva in un Team è necessario che condivida / decida / possegga le seguenti “variabili”:

  • O = Obiettivi che devono essere necessariamente S.M.A.R.T. Anche se oramai ultra-conosciuti, ricordo che S=Specifici, M=Misurabili, A=ambiziosi, R=Raggiungibili, T=Tempificati;
  • R = Ruoli: l’insieme di aspettative condivise sul modo e sulle azioni che una persona del Team deve svolgere per il raggiungimento degli Obiettivi;
  • M = Metodo di lavoro: detta semplicemente “chi fa che cosa, quando, come e perchè”;
  • L = Leadership;
  • C = Clima:l’insieme delle variabili relazionali quali conoscenza, fiducia, feedback, ….

L’efficacia della formula sta nell’estrema sintesi ed analisi e nel fatto di diventare quindi un “modello” (la cui efficacia è già stata discussa) da poter presentare ai corsi. Ognuna delle variabili permette poi un approfondimento tematico.

Qualche osservazione interessante nata durante i debriefing dei corsi:

  1. se manca anche una sola delle variabili il Gruppo non riesce a lavorare come un Team;
  2. la Leadership è sempre necessaria: definita in fase di progettazione o emersa durante l’azione se viene a mancare il Team non ha buone performance;
  3. il Clima è all’esponenziale per due motivi: se è positivo e incrementa il Team lavora sempre meglio; se è negativo le Performance sono < 1;
  4. perché un Obiettivo possa definirsi tale, deve possedere tutte le caratteristiche S.M.A.R.T., altrimenti non è un obiettivo ….

Resilienza

Siamo in chiusura d’anno, e viene abbastanza facile ripensare ai progetti svolti che per qualche ragione mi hanno lasciato spunti di riflessione importanti.

Uno dei momenti più significativi è stato sicuramente durante un corso di Leadership presso un’azienda di Padova; si parlava di una delle caratteristiche del Leader: la resilienza.

Il termine “resilienza” possiede vari significati a seconda del contesto, quello che più ci interessa è il valore psicologico: wikipedia descrive la resilienza come “la capacità dell'uomo di affrontare e superare le avversità della vita”. Sembra che il significato originario derivi dal latino “resalio", che indicava il gesto di risalire sull’imbarcazione capovolta dalla forza del mare. La resilienza indica quindi alcune caratteristiche fondamentali della Leadership:

  • capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti;
  • affrontare in modo efficace ed efficiente le difficoltà;
  • capacità di "leggere" gli eventi negativi come momentanei e circoscritti (ottimismo);
  • Locus of Control elevato (io sono padrone del mio destino);
  • forte motivazione a raggiungere gli Obiettivi;
  • il cambiamento è una sfida e un’opportunità;

Ma torniamo al corso sulla Leadership: scopro che all’interno dell’azienda lavora Alessio Borgato, atleta paralimpico della Endurancenter ParaCycling Team. Parlando con lui capisco meglio cosa vuol dire “resilienza” e lo invito in aula per una sua testimonianza. Alessio mi chiede di invitare anche il suo compagno di squadra Andrea Devicenzi ed il loro allenatore, Daniele Zammicheli.

Andrea è da poco tornato dall’India, dove ha percorso 700 km in 8 giorni, lungo la strada carreggiabile più alta al mondo, la Manali-Leh.

Alessio in questi giorni ha partecipato alla Vuelta Chiapas in Messico ….

E’ un po’ difficile trasmettere in un Post cosa è emerso durante il colloquio in aula con Alessio, Andrea e Daniele … La cosa certa è che, uscendo, pensavo a quanto siamo ridicoli a volte a parlare di Leadership nel contesto aziendale, quando un vero Leader lo si riconosce veramente nella vita.

domenica 12 dicembre 2010

Slide Vs. Flip Chart

La lettura del Post di Luca Baiguini sul “visual thinking” mi ha fatto venire in mente un’attività Outdoor svolta in settembre di quest’anno. Tra i partecipanti al progetto ho avuto la fortuna di avere Carlo Manara disegnatore tecnico per la sua azienda ma fumettista per il mondo dei blog. Ho subito pensato di “sfruttare” la sua bravura nel disegno e di sostituirlo alle slide di PowerPoint. Gli ho affidato così il ruolo di “proiettore virtuale”, l’ho “piazzato” alla lavagna a fogli mobili armandolo di pennarelli e gli ho chiesto di scrivere le parole chiave del mio briefing e di associare a tali parole le immagini che gli venivano in mente.

L’effetto è stato stupefacente, tutte le persone in aula (io compreso) eravamo “catturati” dalle sue interpretazioni: Carlo creava delle associazioni “paradossali” tra le parole e le immagini e più “paradossali” erano e più sono ancora presenti nella mia memoria.

L’unico rammarico in tutto questo, è di non possedere la “mano” di disegnatore come quella di Carlo, e di non poter quindi gestire la maggior parte delle attività in aula con questo supporto visivo.

Qualcosa però penso si possa fare, e proprio su consiglio di Carlo, ho acquistato “Disegnare con la parte destra del cervello”, libro a cui dedicherò tutta la mia attenzione (ed esercizio) durante le prossime festività Natalizie.

Quindi, obiettivo per il 2011, potrebbe essere “Back to the Flip chart”, come dice Luca.

Locus Of Control

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Chi vuol muovere il mondo prima muova se stesso.

Socrate.

venerdì 3 dicembre 2010

Organizzazione Liquida

2456765249_283199dd45_m[1] Secondo Zygmunt Bauman, le condizioni attuali in cui le persone operano nei contesti aziendali, si modificano con una velocità maggiore rispetto alla capacità delle persone stesse di consolidare metodologie ed abitudini.

In un contesto come questo l’apprendimento continuo diventa caratteristica strategica e fondamentale; la Formazione diventa un processo continuo e non certo un prodotto.

Image: 'liquid goldhttp://www.flickr.com/photos/25758374@N00/2456765249

domenica 28 novembre 2010

La poesia di Emma

Mia figlia Emma è in 1° elementare ed è alle prese con la sua prima poesia da imparare. Ho fatto un esperimento: ho scritto le frasi della poesia su una mappa mentale, l’ho stampata e le ho chiesto di associare un disegno ad ogni frase: la prima cose che le venisse in mente. Ecco il risultato:

mappa_ok

Ho scansionato la mappa ed ho cancellato le frasi scritte ….

mappa_senza scritte

Ed ho riconsegnato il tutto ad Emma che, rivedendo i propri disegni, si ricordava perfettamente le frasi. Un po’ di esercizio per memorizzare la mappa nel suo insieme e la poesia era imparata.

Il giorno dopo, a scuola, la maestra ha valutato con un “Molto Bene” la prova di recitazione, mentre Emma mi ha detto “grazie del “polipo colorato” … mi è stato molto utile”.

martedì 23 novembre 2010

Mappe Antiche

Tramite il blog di Roberta Buzzacchino, mi imbatto in un interessantissimo articolo sul sito Mappe Mentali Italia: sono state trovate tracce di quelle che possiamo chiamare mappe mentali in un manoscritto della fine del 1200 …

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A quanto pare qualche nostro avo ha preso appunti a margine delle pagine per sintetizzare e memorizzare in modo più efficace il testo:

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Chissà cosa ne pensa Tony Buzan.

giovedì 18 novembre 2010

Outdoor: un’aula senza confini

Sarà stato che venerdì era una splendida giornata di sole, sarà stato che l’Abbazia di Praglia era incorniciata dagli accesi colori autunnali, ma a stare chiusi in aula non si riusciva proprio. Giusto il tempo per chiarire le caratteristiche della modalità esperienziale e poi fuori in giardino dell’Abbazia ad sperimentare Leadership, Comunicazione e Collaborazione attraverso l’esercizio del “fiume acido”.

Con Massimo, Sergio e Leonardo (e me), come facilitatori, i gruppi hanno comunicato e collaborato, ma soprattutto hanno riflettuto sulle Competenze necessarie per ottenere TeamWork. Il “fiume acido” è una della numerose “Small Tecniques” che possono essere proposte durante un percorso esperienziale. E’ un esercizio interessante perché necessita di alta interdipendenza (la performance del gruppo dipende dalle singole performance individuali), alta importanza del singolo (un individuo con la giusta idea poteva risolvere la situazione), alto livello auto-organizzativo (perché un Leader in queste condizioni fatica ad emergere).

Fondamentale poi il momento di riflessione dei gruppi e di condivisione, per chiudere il ciclo di Kolb e per dedicarsi all’ascolto di due Case History aziendali che hanno utilizzato la formazione esperienziale per lo sviluppo delle loro Risorse Umane: la Elco-Ecoflam e la Team.Ind Solutions.

Un ringraziamento a tutto lo staff Fòrema per l’ottima organizzazione, e per i più curiosi ecco le slide viste assieme:

Esperienza

L'esperienza è quello che si ha quando non abbiamo ottenuto ciò che si voleva. E l'esperienza spesso è la cosa più preziosa che possiamo offrire.
mercoledì 27 ottobre 2010

usare i Modelli

scansione0001 I momenti formativi sono, da un certo punto di vista, delle situazioni in cui la complessità della realtà viene analizzata e semplificata per renderla maggiormente comprensiva.

Uno strumento fondamentale per realizzare questo processo di Analisi & Sintesi è rappresentato dall’uso di un Modello.

I modelli posseggono numerosi vantaggi:

 

 

  1. Semplificano la realtà: prendono in considerazione solo alcune variabili della realtà, quelle che risultano più rilevanti;
  2. Permettono la Sintesi: riassumono delle connessioni più complesse;
  3. Sono schematici: “bloccano” i nostri pensieri e li mettono in ordine;
  4. Sono pragmatici: facili e veloci da realizzare;
  5. Sono visivi: permettono di capire ciò che nella realtà è difficile spiegare a parole;
  6. Stimolano: non danno risposte, ma pongono domande; solo completando e rielaborando il Modello ottengo delle risposte.
sabato 23 ottobre 2010

empatia

.... la radice dell'altruismo sta nell'empatia, ossia nella capacità di leggere le emozioni negli altri ...

Goleman
giovedì 21 ottobre 2010

No-Office

Michele_De_Lucchi_Intervista_420x270[1] Qualsiasi operazione ripetuta all’ecceso diventa dannosa; anche se la sedia è comoda e la luce perfetta, ripetere sempre la stessa azione porta all’atrofizzazione degli arti o di parti del corpo, ma anche all’atrofizzazione del pensiero, della creatività, della voglia di fare e di vivere che mi sembra molto ben più dannosa, più drammatica e più meritevole di essere presa in cura.

Sono parole dell’architetto Michele de Lucchi, in un’intervista tutta da leggere.

Teoria & Pratica

Quelli che s’innamorano di pratica senza scienza sono come il nocchiere
che entra in un naviglio che senza timone o bussola
e che mai a certezza dove si vada,
sempre la pratica deve essere edificata sopra buona teoria
Leonardo Da Vinci

venerdì 15 ottobre 2010

Outdoor: un'aula senza confini

La formazione Outdoor … cos’è ? Si tratta della più antica e naturale forma di apprendimento che l’Uomo conosca: l’esperienza.
Nella formazione Outdoor ogni partecipante viene coinvolto di esercizi strutturati (anche “all'aperto” = Outdoor). Le esperienze vissute durante le attività riproducono metaforicamente azioni e processi aziendali, che vengono poi rielaborate durante il debriefing, in modo da far acquisire ai partecipanti consapevolezza e nuove abilità da portare poi nella realtà aziendale.
Volete “provarla” in prima persona ? Siete invitati il pomeriggio di venerdì 29 ottobre presso l’Abbazia di Praglia. Qui sotto la brochure e la scheda di iscrizione (occhio: la partecipazione è gratuita ma a numero chiuso …. fate presto).
2010.10.28 Convegno Formazione Outdoor: L'ESPERIENZA DI UN AULA SENZA CONFINI

IALT3

I sentimenti più profondi, le passioni e i desideri più intensi sono guide importantissime per
l’uomo, il quale deve ad essi gran parte della sua esistenza.
Nei momenti più critici della vita – affermano i sociobiologi – c’è una prevalenza del cuore
sulla mente.
Nonostante i vincoli sociali, spesso le passioni sopraffanno la ragione.
Tutte le emozioni sono impulsi ad agire.
A tutti gli effetti abbiamo due menti: una che pensa, l’altra che sente.
Il cervello umano si è evoluto raggiungendo un assetto in cui ad ogni porzione corrisponde
una particolare abilità.

Daniel Goleman

Aforisma fotografico

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mercoledì 6 ottobre 2010

Ufficio Fabbrica Creativa

Oggi ho avuto la fortuna di partecipare al Convegno sull’Uffico Fabbrica Creativa promosso da Assufficio. E’ stata presentata una ricerca sul legame Performance dei Knowledge Worker e l’ “ambiente ufficio”. Finalmente un po’ di numeri su un argomento che fino ad oggi ha vissuto di “impressioni” e “percezioni”.

Ecco il mio contributo in termini di relatore:

Fotografare

“Fotografare vuol dire cercare nelle cose quello che uno ha capito con la testa.”
Tiziano terzani

Fermacarte

Un computer senza una rete è poco più che un fermacarte.

Paul Saffo

mercoledì 29 settembre 2010

MultiTasking vs. SingleTasking

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Leggo un bel Post su LifeHacker: il mondo esterno ci porta sempre più a lavorare in MultiTasking, ma l’essere umano è dotato di precessore SingleTasking sulle cose nuove, diventa MultiTasking solo sulle cose conosciute, quelle ripetute tante volte … (Human beings are, essentially, single-core processors).

 

Quali i Benefits del SingleTasking ?

  • obbliga a mantenere l’attenzione sul lavoro e sui i problemi complessi;
  • diminuisce il livello di stress;
  • migliore gestione del tempo;
  • ti rende più efficace ed efficiente;

Ma come passare dal MultiTasking al SingleTasking ? Il Post ci lascia interessanti suggerimenti, ed io mi permetto di aggiungerne alcuni:

  • usa il minimo degli strumenti necessari per svolgere il lavoro;
  • impara a “tagliare” la lista delle cose da fare invece che continuare ad aggiungere Task;
  • mettici consapevolezze e volontà ….
  • leggi le e-mail in arrivo, ma lavoraci solo 2 o 3 volte al giorno. Rispondere subito non ti fa guadagnare tempo, ma innesca il "botta e risposta”.
lunedì 27 settembre 2010

Esperienziale: Scoperta della Diversità.

Cattura Uno scambio di mail con Leonardo per la progettazione dello lo IALT3, e due chiacchere serali davanti ad una birra con Stefano, mi fanno venire in mente quando, partecipando allo IALT1 ho capito l'importanza, nella formazione esperienziale della Scoperta e della Diversità.
La quotidianità getta uno strato di apatia sui nostri sensi e, come diceva Aldous Huxley, arriviamo al punto che "l'abitudine genera l'indifferenza". Compito della formazione quindi risvegliare percezione e sensi sopiti attraverso la Scoperta, in modo da uscire dall’attività formativa e rientrare in una quotidianità diversa rispetto a quella da cui ero partito.
Compito della formazione valorizzare la Diversità delle persone, dei luoghi, delle esperienze come mezzo di Scoperta.
Allo IALT2 tutto questo è avvenuto, ed il risultato si è visto.
L'8, il 9 e il 10 ottobre si stanno avvicinando.

Team & Torre

Il migliore esercizio esperienziale indoor che sto utilizzando negli ultimi mesi. Dalla teoria …

… alla pratica:

La Torre di MarshMallow.

Produttività dei Knowledge Worker

Cattura Sono stato invitato a tenere un intervento sul tema della produttività dei Knowledge Worker al convengo “Ufficio Fabbrica Creativa” che si terrà presso la Confindustria Padova nel pomeriggio del 30 settembre. Ottimo spunto per riprendere ad alimentare la mia collezione di foto di scrivanie e desktop su Flickr

Il mio SAR deve essersi focalizzato sull’argomento perchè questa mattina ho subito individuato sopra ad una scrivania un vecchio articolo della Repubblica sugli Open Space, tutto da leggere.

Come al solito la diatriba è sempre viva ed aperta: meglio un ufficio chiuso o un Open Space ? Molti hanno tentato di risolvere con delle soluzioni ibride.

TeamWork

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“Se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano, vai insieme agli altri”.

Antico proverbio Africano

Foto: IALT 2

Un telefono senza fili Outdoor

Chi può dire di non aver mai giocato al “telefono senza fili” quando era un po’ più piccolo ? Come al solito il gioco per i bambini non è altro che un ottimo metodo per imparare ed allenare delle capacità e delle competenze che ci serviranno quando saremo adulti.

In un Team di lavoro la capacità di “passare le informazioni” può fare la differenza, lo sappiamo tutti. Probabilmente non è una capacità difficile, ma diventa rara quando il lavoro si fa “stressante”, quando le persone iniziano ad essere fuori dalla loro Zona di Confort. Attraverso la formazione Outdoor, una buona metafora per analizzare ed allenare questa capacità è sicuramente il Canyoning.

Il Canyoning è uno sport di squadra: le persone devono scendere un Canyon superando delle difficoltà uno alla volta e sapendo passare informazioni ed aiuto a chi gli sta davanti e a chi gli sta dietro. Una sorta di “telefono senza fili” in modalità Outdoor, appunto.

Durante il briefing tutto sembra molto logico e naturale, tutti sono d’accordo nel voler comunicare in modo efficace. Durante l’attività si può notare invece che l’intelligenza emotiva gioca un ruolo predominante, facendo dimenticare praticamente a tutti il metodo di lavoro che si era condiviso inizialmente. Così, davanti a passaggi difficili, fuori Zona Confort, ognuno pensa per sé, osservando (ma non comunicando) con chi gli sta davanti e dimenticandosi totalmente di chi gli sta dietro.

Importante poi, in fase di debriefing in aula, far emergere queste considerazioni ai partecipanti, in modo che la consapevolezza possa essere uno strumento di cambiamento individuale.

Ufficio “snello”

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Eccomi dopo un po’ di latitanza dal blog … “purtroppo” o forse è meglio dire “per fortuna” un maggio-giugno-luglio molto ricchi di attività mi hanno tenuto un po’ impegnato.
Approfitto dell’agosto in Val di Sole per riorganizzarmi e mi accorgo di quanto oramai sia facile portarsi dietro l’ufficio ovunque. Notebook leggeri e dalla grande autonomia con chiavette UMTS permettono di essere operativi davvero ovunque. Ecco la giusta occasione per segnalare una meravigliosa presentazione PowerPoint sul tema.
Ma passiamo oltre: un’altra considerazione da fare riguarda invece la capacità di creare un ufficio veramente portatile, o meglio che stia dentro un portatile. Sicuramente la diminuzione dell’uso di carta gioca a nostro favore, ma le buone abitudini personali contano di gran lunga di più. Ed ecco quindi che mi viene in mente di quanto sia importante applicare la metodologia delle “5S”, nata negli ambienti produttivi con la “Lean Manufacturing” ma applicabilissima anche a scrivanie e computer.
In sostanza: “5S” è l’acronimo dei cinque termini con i quali si indicano, in giapponese 5 step per migliorare l’efficienza e la qualità del lavoro quotidiano. Ecco in estrema sintesi i 5 punti:
  1. SeiriSeparare il necessario dal superfluo. Eliminare qualsiasi cosa che non serve nella postazione di lavoro (questo mi ricorda molto la prima fase di applicazione del metodo GTD di David Allen).
  2. SeitonOrdinare i materiali in posizioni ben definite per eliminare i tempi di ricerca: sistemare penne, carta, mouse, cavi, computer ….
  3. Seison - Pulire e ordinare sistematicamente le varie aree di lavoro per scoprire i problemi nascosti dal disordine precedente.
  4. Seiketsu - Standardizzare e migliorare. Mantenere l'ordine e la pulizia creati.
  5. Shitsuke - Mantenere e migliorare gli standard ed i risultati raggiunti attraverso disciplina e volontà.
Volete qualche esempio di “Lean Office” ? Probabilmente lo potrete trovare qui.

Alla ricerca delle Competenze Trasversali

La ricerca come metafora. Una caldissima Venezia è stata cornice di una splendida caccia al Ruyi. Non tutti i partecipanti lo hanno trovato, ma la ricerca è stata proficua perché per le calli ed i ponti abbiamo incontrato la capacità di risolvere problemi, l’apprendimento rapido, la capacità di lavorare in Team ed anche la Leadership … che nel bene o nel male ci accompagna sempre.

L’album fotografico dello IALT

Quest’anno ho decisamente abbandonato la telecamera per riscoprire il particolare della foto …

Formazione

La formazione è un luogo di incontro e di scontro fra saperi differenti.

domenica 4 luglio 2010

Che tipo di persona vuoi essere ?

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Il primo passo che devi fare se vuoi essere una persona di successo è decidere che tipo di persona vuoi essere. Esistono 3 tipi di persone:

coloro che fanno accadere le cose;

coloro che guardano accadere le cose;

e coloro che si meravigliano di ciò che accade.

- John M. Capozzi

martedì 22 giugno 2010

Intelligenza Emotiva (IALT 2)

Cos’è l’intelligenza emotiva ?

In parole:

L''intelligenza emotiva […] è un aspetto dell'intelligenza legato alla capacità di provare emozioni, riconoscerle e viverle in modo consapevole.

Daniel Goleman esprime le cinque caratteristiche fondamentali dell’intelligenza emotiva, che ogni uomo codifica interiormente:

  1. Consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni;
  2. Dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine;
  3. Motivazione, la capacità di scoprire il vero e profondo motivo che spinge all’azione;
  4. Empatia, la capacità di sentire gli altri entrando in un flusso di contatto;
  5. Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire i movimenti che accadono tra le persone.

In immagini:

Menù del giorno: Apprendimento Rapido alle Mappe Mentali

Ingredienti necessari:

  • 50 giovani figure aziendali prossime ad un intenso training tecnico;
  • 2 trainer-cuochi;
  • aula didattica a platea;
  • aula spaziosa con tavoloni grandi per lavori di gruppo;
  • proiettore + lavagna fogli mobili;
  • fogli bianchi A4 + 3 penne colorate;
  • estratto di manuale tecnico;
  • fogli per lavagna mobile + pennarelloni colorati per tutti i partecipanti;

Preparazione:

Invitare i 50 partecipanti nell’aula didattica a Platea. “Riscaldare” l’atmosfera e ravvivare l’attenzione con giochi sull’ascolto e sui rumori. Servire la teoria base sulle Mappe Mentali in modalità interattiva chiedendo ai partecipanti di sviluppare la loro prima Mappa Mentale sui fogli A4 e con le 3 penne colorate.

Trasferito il contenuto invitare i partecipanti al seguente lavoro in 10 sottogruppi: analizzare e sintetizzare l’estratto del manuale tecnico in una Mappa Mentale di gruppo utilizzando i fogli per lavagna mobile ed i pennarelloni colorati. Condire con confronto e condivisione.

Ritornati nell’aula a platea lasciare che ogni gruppo restituisca la propria interpretazione sotto forma di Mappa Mentale agli altri sottogruppi.

Chiudere con ringraziamenti ed arrivederci al prossimo incontro sul Decision Making ……

martedì 8 giugno 2010

YourSelf Leadership 2010

Dal diario di una partecipante a YourSelf Leadership 2010:

Tutto inizia una mattina di fine maggio dove due formatori in assetto da spionaggio, due imprenditori curiosi, due manager combattivi ed un project manager imperturbabile vengono incuriositi da una frase di Confucio: ”Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” annotata su un taccuino.

Sono in un gazebo nel giardino del centro Rafting di Dimaro, in Val di Sole, seduti intorno ad un tavolo. Di fronte a loro il formatore che hanno scelto. Lo conoscono, lo stimano e per questo l’aspettativa è alta.

Ognuno di loro vuole infatti portarsi a casa qualcosa: emozioni, contenuti, spirito di gruppo, capacità di leadership, ecc.

E la frase di Confucio dice loro che perché ciò avvenga dovranno fare, provare, essere attori delle situazioni. Anche perché non possiamo pensare che un leader sia passivo!

Il formatore illustra la metodologia outdoor. Poche parole e subito un esercizio.

I partecipanti si osservano e meditano su quanto potranno essere leader migliori dopo questi due giorni.

Si preparano quindi ad affrontare un duro Orienteering in mountain bike.

Divisi in due gruppi, dotati di cartina, devono raggiungere punti di controllo chiamati “lanterne”. Vince il gruppo che ne documenta di più e in minor tempo.

Un po’ di pianificazione e poi armati di cerate, perché inizia a piovere, i partecipanti scendono velocemente la strada pronti per affrontare la prova che si rivela dura già alla prima salita per non parlare poi della scelta al bivio.

Quali abilità mettere in azione? Faccio da sola, chiedo al gruppo, mi risparmio, mi sacrifico? Il formatore e la guida ci seguono da lontano e osservano. Il debriefing seguente ci mostrerà quanto di efficace poteva essere fatto. Ognuno riflette.

Decidiamo di regalarci una cena che ci faccia sentire gruppo davvero. Gli “strumenti” saranno una chitarra e la voglia di condividere.

La mattina seguente ci vede carichi per ciò che sta per avvenire: il Rafting.

Conosciamo la nostra guida. Adam, australiano, quasi vent’anni di esperienze su gommoni in tutto il mondo. È lui che ci fa il brief. Lo ascoltiamo perché sappiamo che non sarà una passeggiata.

Ci vestiamo (muta, giubbotti, casco…) e sulle jeep ripassiamo mentalmente i comandi.

Finalmente sul gommone, remo in mano. Si parte! Il nostro formatore documenta da un catamarano cosa avviene. Se cercavamo emozioni quello è il posto giusto. Ma nessuno si lascia andare. Siamo concentrati. Adam ci guida e ci regala un momento di pura adrenalina.

Durante il debriefing ciò che viene fuori rispetto ai nostri comportamenti ci aiuta capire quanto sia impegnativo essere un buon leader.

Ancora un lavoro di gruppo e poi i saluti.

Vale la pena di vivere un’esperienza in outdoor? Si, assolutamente sì. Ciò che vissuto (facendo…) è ben impresso nella mia mente. Ho sperimentato abilità e acquisito capacità. E ho energia. Mi sono anche divertita. Quasi quasi ne faccio un’altra!

Susanna Dal Zotto

Siamo giovani o vecchi ?

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Un uomo invecchia quando ha più rimpianti che sogni.


A. Einstein

martedì 25 maggio 2010

Emma e le Mappe Mentali

Collage di Picnik

 

Questa sera ero alla scrivania che pianificavo degli incontri di domani realizzando delle Mappe Mentali. Ad un certo punto non trovavo più il pennarello nero … ma dove l’ho messo ? Mi giro e scopro che me l’ha rubato mia figlia Emma che imitandomi era alle prese con …

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… la sua prima Mappa Mentale.

martedì 27 aprile 2010

Il cambiamento secondo Gandhi

“Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere”

Gandhi

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Target Outdoor

Mercoledì scorso sono stato a Trento per una giornata promozionale sulla modalità formativa Outdoor in collaborazione con Adecco e Trentino spa.

Per provare “sul campo” l’utilità della modalità esperienziale siamo corsi in giro per Trento a caccia (metaforicamente) di un fantomatico ladro, che stava organizzando la propria fuga rapinando delle banche. Si tratta di “The Target”, un gioco che “La Mosca” ci ha fatto provare con risultati formativi (e fisici) entusiasmanti.

Al rientro un interessante debriefing dove le squadre si sono confrontate sulle competenze trasversali che il gioco ha attivato, ed ecco il risultato:

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Ma ora, spazio a qualche foto ….

domenica 25 aprile 2010

Esercizi di Parkinson

images[3] Nella gestione del tempo, l’applicazione delle leggi di Pareto e di Parkinson possono portare a risultati incredibili, come Timothy Ferriss ha provocatoriamente dimostrato con il suo “4 ore alla settimana”.

Iniziare ad applicare in modo pragmatico le leggi è però difficile, soprattutto nelle attività quotidiane. Vediamo un esercizio interessante per Parkinson, di cui ricordo l’enunciato:

“Il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile; più è il tempo e più il lavoro sembra importante e impegnativo.”

Cyril N. Parkinson

Per esercitarsi procuratevi un timer (se volete qui trovate il software che uso personalmente: è semplice, gratuito ed efficace) e seguite il seguente PDCA:

PLAN:

  1. decidete qual’è il tempo corretto per svolgere la vostra prossima attività;
  2. avviate il timer e settatelo con il tempo deciso;

DO:

  1. avviate il timer e svolgete l’attività;
  2. cercate di rispettare il tempo deciso o di metterci meno;
  3. evitate distrazioni ed interruzioni;
  4. finite l’attività;

CHECK:

  1. quanto tempo ci avete messo ?
  2. avete sottostimato il tempo ? è stato veramente necessario il tempo in più ?
  3. avete sovrastimato il tempo ?
  4. quali sono state le interruzioni che vi hanno distratto ?

ACT:

  1. è possibile o corretto metterci meno tempo la prossima volta che svolgerò questa attività ?
  2. come evitare le distrazioni che mi hanno interrotto ?
  3. posso automatizzare dei passaggi dell’attività per diminuire il tempo ?

Buon lavoro …..

martedì 20 aprile 2010

La lunga coda del BarCamp

Continua la Lunga Coda del BarCamp …. adesso è il momento dei video:

Formazione Esperienziale ed Intelligenza Emotiva

Tendo ad apprezzare sempre di più gli schemi ed i diagrammi, soprattutto se sono semplici e se aiutano a chiarirmi le idee.

Il mese scorso è successo con lo schema proposto da Leonardo Frontani allo IALT. In questi giorni, a causa di una serie di progetti Outdoor, mi sono ritrovato a discutere con molte persone sulla differenza tra un’attività d’aula “frontale” ed un’attività esperienziale. Ho cercato di dare il mio punto di vista con questo diagramma:

Diagramma

Nelle attività formative d’aula “frontali”, è chiamata in gioco soprattutto l’Intelligenza Cognitiva (trasferimento di contenuto, comprensione, apprendimento, addestramento). Più mi sposto verso l’esperienziale e l’Outdoor più lavorerò con l’Intelligenza Emotiva (comportamento, competenze trasversali, emotività).

giovedì 8 aprile 2010

la giusta velocità

“Se le cose sembrano sotto controllo, vuol dire che non state andando abbastanza veloci”.

Mario Andretti

mercoledì 31 marzo 2010

L’Outdoor Training BarCamp

Venerdì e sabato si è svolto l’Outdoor Training BarCamp: due giornate dedicate alla formazione esperienziale. Molti gli spettatori i partecipanti (chi c’era capirà), che nelle due giornate hanno potuto provare sulla propria pelle attività “demo” di formazione esperienziale in un clima di condivisione e confronto.

Massimo ha “capitanato” i ragazzi di Esperio, Sergio ci ha fatto capire cosa vuol dire ascoltare, Leonardo è arrivato da Roma per salvarci dall’Era Glaciale ed io …. ho assistito alla creazione di una squadra di provetti scout …..

Un ringraziamento particolare a Fòrema, che ha permesso tutto ciò …. e adesso la lunga coda si sviluppa sul Ning dell’OutdoorTrainingBarCamp02.


Trovi altre fotografie come questa su OutdoorTrainingBarCamp

Sorridi, sei su Candid Camera

Tutte le tue azioni oggi vengono registrate in modo permanente. La migliore strategia è quella di sovraccaricare Google con una “lunga coda” di buone informazioni e di agire sempre come se fossimo su una candid camera. Perché in realtà ci siamo veramente.

Siamo partiti da questa considerazione di Seth Godin oggi in CPV, per una delle tappe formative del progetto “Le imprese delle donne fioriscono”, perchè fare impresa al giorno d’oggi senza curare il mondo del Web è praticamente impossibile.

Le Mappe per sintetizzare

“E se il foglio finisce ?” mi è stato chiesto durante la Pillola di formazione sulle Mappe Mentali, ieri presso la delegazione Confindustria Ovest Colli. Bella domanda, ho pensato, ed effettivamente mi sono reso conto che uno dei vantaggi di una mappa mentale è che ti permette di imparare l’arte della sintesi. In un’epoca in cui la sovrabbondanza di informazioni è un limite più che un vantaggio, saper "tagliare” il superfluo è diventata una vera e propria competenza. Come dice Antoine De Saint-Exupery (l’autore de Il Piccolo Principe): “la perfezione è raggiunta non quando non c’è più niente da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere.”

Come promesso ai partecipanti, ecco le slide viste assieme:

mercoledì 24 marzo 2010

IALT

Sono “riemerso” dai boschi del Parco del Pigelleto, dopo 4 giorni di intensa Formazione Esperienziale. A fianco di Leonardo Frontani lo IALT (International Academy of Leadership and TeamWork) è scivolato via lasciandomi più ricco di contenuti ed emozioni.
Un contenuto, in particolare mi ha colpito molto: Leonardo ci ha dato la sua interpretazione della formazione esperienziale:
DSCF0443

Sull’asse delle X il “Comportamento” e su quello delle Y la quantità di informazioni. Maggiori sono le informazioni che vengono erogate in un progetto formativo, più l’attività è da considerarsi aula frontale. Maggiore è la concentrazione sugli aspetti comportamentali più ci avviciniamo alla formazione esperienziale.
In mezzo, l’On The Job, il coaching, il mentoring … e tutte le altre modalità che formano il Blended.
Un grafico che mi è piaciuto molto, per la sua semplicità e chiarezza.




Ma adesso, prima di concentrarsi totalmente sul BarCamp di venerdì e sabato, spazio alle immagini ….

sopralluogo al BarCamp

Logo_02_191x81[1] Mancano una decina di giorni all’Outdoor Training BarCamp ed a quanto pare saremo numerosi. Nei giorni scorsi ho fatto un veloce sopralluogo all’Abbazia di Praglia. Devo dire che l’ambiente sarà un contesto veramente ideale …..

domenica 14 marzo 2010

Pillole di Mappe Mentali

Mappe Mentali in Pillole ? Perché no ? Ieri ci siamo trovati presso la Delegazione Confindustria di Camposampiero per una veloce introduzione sulle Mappe Mentali.

Ecco le slide viste assieme …..

…. e qualche foto delle prime mappe mentali create dai partecipanti:

Prossimo appuntamento con le Mappe Mentali a Rubano il 23 marzo. per chiunque voglia invece affrontare la tematica in modo approfondito appuntamento in Fòrema il 12 e 20 aprile 2010.

mercoledì 10 marzo 2010

Outdoor Training BarCamp

Logo_02_191x81[2] Il BarCamp è un evento di per sé esperienziale. Da un lato i partecipanti che si ritroveranno coinvolti come attori principali in azioni, discussioni, confronti, dall’altro degli pseudo-organizzatori che provano cosa vuol dire collaborare attraverso una pagina Wiki. La modifica dei contenuti è libera, si procede “non solo per aggiunte, ma anche cambiando e cancellando ciò che hanno scritto gli autori precedenti [….]; lo scopo è quello di condividere, scambiare, immagazzinare e ottimizzare la conoscenza in modo collaborativo”.(fonte: wikipedia).

Appuntamento il 26 e 27 marzo in un clima aperto ed informale per:

  • presentare, provare esperienze di apprendimento;

  • favorire il libero pensiero, la curiosità, la divulgazione e la diffusione delle tematiche inerenti alla formazione esperienziale;

  • creare e consolidare relazioni tra le figure che operano e/o fruiscono della formazione;

  • condividere metodologie e strumenti per la progettazione e la realizzazione di percorsi formativi;

  • confrontarsi;
  • scambiarsi punti di vista;

Sempre da Wikipedia: “wiki è anche un modo di essere”. Penso che per vivere questo evento siano necessarie le 4 competenze di Wikinomics: Apertura, Peering, Condivisione, Azione Globale.

Intanto “scaldiamoci” con il video del BarCamp di settembre 2009 al Trentino Outdoor Camp.

http://barcamp.org/OutdoorTrainingBarCamp02

giovedì 4 marzo 2010

Office Productivity #5: cassetti a portata di mano

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Fondamentale per riuscire d mantenere la scrivania vuota e sgombra è  avere una cassettiera a portata di mano. E quando dico “a portata di mano” intendo proprio che per raggiungerla non devo alzarmi dalla mia postazione di lavoro (altrimenti le cose rimangono sulla scrivania). All’interno dei cassetti vanno riposti tutti gli oggetti di uso quotidiano come ad esempio la cancelleria (penne, forbici, matite, graffette,  …. tutto va riposto dopo 80322_PE204593_S4l’utilizzo all’interno dei cassetti). Aprendo i miei cassetti e dando un’occhiata trovo anche i cavi USB per collegare SmartPhone o lettori MP3, un’adattatore SD, cuffie. Per i fogli e le carte infine, consiglio un cassetto più grande con uno schedario. Le cartelline a sospensione  sono un ottimo sistema per gestire il materiale cartaceo stando però in guardia a non usarlo come archivio. L’archiviazione delle carte deve essere fatta su cartelline riposte sulle armadiature, non certo sulla cassettiera della scrivania.

Vedi tutta la serie “Office Productivity”.

Riunioni efficienti ed efficaci

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Un ottimo Post su come organizzare/gestire delle riunioni efficaci, di cui riporto i 9 punti fondamentali (con qualche osservazione personale):
  1. Responsabilizza le persone sulla puntualità;
  2. Definisci sempre un ordine del giorno (dichiarando i tempi per ogni argomento);
  3. Invita solo le giuste persone;
  4. Utilizza le e-mail in modo efficace (per gli inviti e per i report);
  5. Utilizza le riunioni per discutere (e non solo per informare);
  6. metti per iscritto le decisioni (soprattutto “chi fa che cos, entro quando e perchè”);
  7. “Kill the Powerpoints” (questo punto è talmente bello in inglese … ricordiamoci che le slide dovrebbero essere un supporto, spesso son il fine);
  8. Fai in modo che tutti parlino (“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Confucio)
  9. Concludi la riunione in orario.

Fuori dalle abitudini quotidiane

L'abitudine crea l'indifferenza” diceva Aldous Huxley in “Le porte della percezione”. A volte "formazione" significa portare fuori dalle abitudini quotidiane, risvegliare capacità e competenze sopite, fuori dai luoghi conosciuti e sicuri, fuori dalla zona di comfort.
Chissà se hanno pensato così i ragazzi della Sinapsi , che ieri si sono ritrovati tra nuvole basse , freddo e pioggia sferzante in cima al Monte Venda, dentro alla splendida cornice di Casa Marina.
Fuori dai loro uffici, lontani da telefoni ed email si sono sfidati a colpi di collaborazione, condivisione e comunicazione nel ricostruire un .... puzzle.
Fotogrammi di TeamWork:

Slide … di TeamWork:

Venditori “On The Road”

OTR_lo Ho pensato che il tempo passato in macchina possa essere investito in modo migliore, e così mi sono attrezzato per ascoltarmi qualche audio-libro. In questi giorni tocca a “On The Road” di Jack Kerouac (qui il file mp3), uno dei miei libri preferiti. Oggi ascoltando, mi ha colpito una frase pronunciata da Dean Moriartry a proposito della figura di un venditore:
“Sinah vendeva enciclopedie a Oakland. nessuno riusciva a liberarsene. Faceva lunghi discorsi, saltava su e giù, rideva, gridava. Una volta facemmo irruzione in una casa di gente dell’Oklahoma dove tutti stavano preparandosi ad andare a un funerale. Sinah si mise in ginocchio e pregò per l’accoglimento nei cieli dell’anima del defunto. tutti i familiari si misero a piangere. Vendette una partita intera di enciclopedie. Era il più matto tipo di questo mondo. Chissà dov’è.”
Riflettevo che questo è esattamente lo stereotipo del “venditore” che ancora oggi aleggia nell’aria tra i commerciali. Niente di più inadeguato, oggi.
giovedì 18 febbraio 2010

Domare le e-mail

Questa settimana Forema mi ha portato in Inarca, una dinamica azienda del Padovano leader nel settore delle connessioni elettriche, per un percorso formativo sull’uso delle e-mail e del calendario di Outlook. Seguendo un corretto approccio per lo sviluppo delle Risorse Umane, è interessante notare che l’azienda ha voluto approfondire la tematica della gestione delle e-mail e della gestione dei calendari innanzi tutto da un punto di vista culturale (sviluppo delle Competenze), e in seconda analisi da un punto di vista strumentale (software). Le e-mail infatti non sono altro che uno dei “canali” della Comunicazione: saper utilizzare bene le e-mail vuol dire innanzi tutto migliorare le proprie competenze di Comunicazione. Così per il Calendario, che rappresenta uno strumento di applicazione delle competenze di Time Management.

Un’osservazione importante emersa durante gli incontri: saper “domare” le e-mail significa innanzi tutto assumere un atteggiamento “pro-attivo” nei confronti delle e-mail in uscita (migliorare il linguaggio, essere chiari, sapersi immedesimare nel ricevente, ….), piuttosto che imparare delle strategie o dei trucchi per gestire le e-mail in arrivo (regole, filtri, etc etc). Un bel cambio di paradigma.

 Inarca

Infine una curiosità: durante la lezione ho notato un calendario da tavolo con delle foto “particolari”: l’azienda ha organizzato un concorso fotografico interno e le foto sono state poi utilizzate per realizzare il calendario dell’azienda. Decisamente una bella idea … e le foto ? Giudicate voi sono su Flickr.

La produttività di Hemingway

In un momento di completa Serendipity mi sono imbattuto nel bel blog di Andrea Giuliodori ricco di Post veramente interessanti e scritti bene.
Tra i tanti mi sono fermato su un post dal titolo “La produttività personale secondo Hemingway”. Sarà che Hemingway è uno dei miei autori preferiti …. (amo Fiesta tanto quanto On the Road di Kerouac) ma la citazione in cui Hemingway descrive come coltivava la propria produttività di scrittore è veramente interessante:
F4B4288DF00F4FCB907ECFF0B82C10ED2[1] “Il miglior modo [per evitare il blocco dello scrittore] è quello di fermarsi quando tutto va bene, quando sai esattamente quale sarà il passo successivo. Se fai questo ogni giorno, non ti bloccherai mai. Fermati sempre quando tutto va bene e non pensarci o preoccuparti finché non ricominci a scrivere il giorno successivo. In questo modo il tuo subconscio lavorerà per te, senza che tu te ne accorga. Ma se inizi a pensarci consciamente o a preoccuparti, sarà la fine e il tuo cervello sarà già stanco ancor prima di iniziare.”
Ernest Hemingway.
Concordo con tutto quello che dice Andrea in merito alla ToDo List, alla “Prossima Azione” del metodo GTD, ed alle altre sue considerazioni. Personalmente aggiungo una cosa: la mia produttività rimane alta se rispetto contemporaneamente queste situazioni:

  • mi fermo quando il mio cervello è ancora produttivo, quando non è ancora “cotto” (quanto tutto va bene, secondo Hemingway);

  • chiudo la mia ToDo List giornaliera spostando ai prossimi giorni quello che non ho fatto;

  • controllo con attenzione la ToDo List di domani: decido la “scaletta” (= priorità) e sposto a giorni successivi eventuali Attività che il giorno dopo non sono prioritarie o che so già non farò in tempo a fare.

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