venerdì 21 agosto 2009

Riporto da "Oltre l'aula" ed. Apogeo:

"Infine, è indispensabile riservare tempo per il sonno e per atiività piacevoli. L'analogia, che dà valore alle nostre conoscenze, connettendole in modo nuovo, sboccia, abbiamo visto, solo se abbassiamo la soglia del controllo, e viviamo una dimensione di diletto, di gioco e di legame con i nostri desideri profondi.
Scopo della formazione dovrebbe essere l'insegnare a trovare questi spazi per sé. La formazione dovrebbe inoltre contribuire a garantire che momenti siffatti - di gioco, diletto, accumulazione gratuita di conoscenze - possano trovar posto all'interno del tempo di lavoro".


Mi chiedo però quante persone sono in grado di capire ed apprezzare questa sfumatura. Troppo spesso incontro persone che sanno "pesare" la qualità di un evento formativo solo con la quantità di slide mostrate o la quantità di contenuti erogati. I discenti sono troppo abituati a "subire" passivamente i momenti di crescita (forse abituati dagli anni scolastici) e non riescono ad essere attivi, autori del proprio sviluppo.


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