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10 consigli per usare al meglio la lavagna a fogli mobili
Che siate formatori o gestori di una riunione, saper usare la lavagna a fogli mobili è molto importante. Mi diverto spesso a sfogliare le lavagne nelle sale riunioni delle aziende: trovo per o più vecchie lezioni di inglese, segno che la lavagna non viene utilizzata, oppure interi fogli con schizzi incomprensibili.
Sicuramente la lavagna non è usata al meglio, ma d'altronde non penso che a scuola ci abbiano mai insegnato ad usarne una in modo efficace.
Non pretendo qui di fare un corso in un post ... ma qualche consiglio può tornare utile. Ecco quindi 10 consigli per usare la meglio la lavagna a fogli mobili:
Sicuramente la lavagna non è usata al meglio, ma d'altronde non penso che a scuola ci abbiano mai insegnato ad usarne una in modo efficace.
Non pretendo qui di fare un corso in un post ... ma qualche consiglio può tornare utile. Ecco quindi 10 consigli per usare la meglio la lavagna a fogli mobili:
- Se dovete utilizzare pagine complesse, preparatele in anticipo: le persone non dovrebbero aspettare mentre le disegniamo.
- Se preparate molte pagine in precedenza, lasciate tra di loro dei fogli bianchi se prevedete di prendere appunti in diretta.
- Se dovete realizzare disegni o grafici complessi in diretta, preparate il foglio con delle tracce a matita. Il disegno una volta ultimato sarà più ordinato e professionale.
- Tenete una pagina finale per un riassunto della lezione. Realizzare una sintesi della lezione è importante per permettere un migliore apprendimento negli adulti.
- Usate la prima pagina per inserire il titolo, il tema della presentazione o le prime fasi dell'incontro (PAABMOR).
- Se preparate delle pagine in precedenza ricordate di lasciare molto spazio nei fogli per i commenti e le aggiunte del pubblico.
- Utilizzate delle lettere grandi a sufficienza affinché tutto il pubblico possa leggere.
- Utilizzate prevalentemente colori scuri per il testo, lasciate i colori per i grafici. Non esagerate comunque con i colori: il loro abuso provoca più confusione che chiarezza.
- Dopo che avete scritto o disegnato sulla lavagna mettetevi di fianco e lasciate del tempo in modo che tutti possano leggere e comprendere.
- Se i fogli sono bene elaborati diventano un ottimo report per i partecipanti. Fate una foto ad ogni pagina e speditele ai partecipanti
Domande e apprendimento
Porsi, o porre delle buone domande è fondamentale per
innescare ed attivare il processo di apprendimento. Come il ciclo dell’apprendimento
mostra, la fase successiva all’Esperienza è la Riflessione, e non c’è miglior
modo di innescarla se non attraverso una buona domanda. Ma qual è il valore
della domanda tra la fase dell’Esperienza e della Riflessione? E soprattutto qual
è il suo “processo”? Ecco la mia personalissima risposta:
Fase 1: Apertura. Innanzi tutto bisogna “aprirsi” a tutto
quello che accade. Ogni Esperienza, ogni evento può essere significativo. Un’espressione
facciale, un movimento di occhi è un comportamento, ed esprime qualche cosa. Se
non mi “apro” e non mi rendo pronto a queste osservazioni, l’apprendimento non può
prendere il via.
Fase 2: Consapevolezza. La nostra parte inconscia (emisfero
dx) è molto brava ad accorgersi di piccoli particolari, di sfumature (= segnali
deboli) che la nostra parte conscia non coglie perché impegnata nel vivere l’esperienza
in modo “cognitivo”. L’emisfero dx comunica all’emisfero sx ciò che ha colto
attraverso dei segnali chiamati “emozioni”. Qui nasce la nostra possibilità di “consapevolezza”:
aprirsi all’ascolto emotivo e chiedersi “perché provo questa emozione?” significa
accorgersi e rendersi consapevole dei segnali deboli e di tutta la
comunicazione “nascosta” che gli altri ci trasmettono.
Fase 3: Domanda. La consapevolezza dell’emozione ci permette
di porci domande interessanti … “quale segnale debole ho visto?”, “che cosa è
successo?”, “come è successo?”. Non c’è limite alle domande che possiamo porci
o porre agli altri, e tutte aiutano a “scavare” nell’esperienza e renderla un
patrimonio di apprendimento. In questa fase la vera difficoltà è essere capaci
di rimanere “sospesi”, senza pretendere di trovare subito le risposte. Ciò che
l’emisfero dx ha visto non è ancora stato qualificato, non l’abbiamo ancora
capito, conosciuto o appreso e dobbiamo modificare i nostri schemi cognitivi
per dargli un valore. Quando lo troviamo abbiamo la Risposta.
Fase 4: Risposta. La Risposta è un punto di arrivo in questo
processo, un punto finale. Ma per questo è un punto direi “pericoloso”. La
fretta di trovare risposte potrebbe nasconderci degli apprendimenti. Siamo capaci
a “sopportare” la sospensione di una domanda? L’ansia di dare risposte potrebbe
essere più forte. Probabilmente dobbiamo allenarci a vivere uno stato di “sospensione”
e rimanere sui primi tre momenti di questo processo il più a lungo possibile,
in quanto la fase 4 esaurisce un processo di ricerca profonda.
Quindi ….. direi che siamo tutti molto allenati alla fase 4,
ma dobbiamo allenarci alle fasi precedenti: allenandoci soprattutto alla
sospensione della valutazione e del giudizio (propria dell’emisfero sx), per
rimanere in uno stato di analisi dei segnali deboli e ... apprendere.