sabato 25 gennaio 2014


In questi giorni ha preso il via il TeT, la scuola di formazione esperienziale nata da IALT e Fòrema. Il primo argomento "teorico" che abbiamo affrontato è stato il ciclo di Kolb, una delle teorie più diffuse per comprendere come apprendiamo (per i più curiosi sul Web si può trovare di tutto di più).
Porre l'attenzione sugli scritti di David Kolb mi ha fatto però capire che negli ultimi anni, consapevole o inconsapevole, mi sono creato una mia personale interpretazione della teoria. La espongo in questo post, senza la presunzione di credere che sia migliore: si tratta solo di una mia naturale e (ripeto) personale evoluzione.
Sono anche io convinto che l'apprendimento avvenga in 4 fasi: come Kolb (e come l'andragogia insegna) metto alla base l'Esperienza (il fare, l'azione, la pratica, ...).
 
Le altre 3 fasi sono ambito del pensiero, sono fasi riflessive.
 
Nella prima di queste tre fasi, attraverso un processo di riflessione, analizziamo i particolari dell'esperienza; ma il vero obiettivo sarà evolvere dal particolare al generale attraverso un processo riflessivo di astrazione e di generalizzazione. Già Aristotele era ricorso a questo concetto (attribuendone però la scoperta a Socrate): si tratta del processo Induttivo (inductive reasoning).
 
Nella successiva fase riflessiva, l'induzione ci porta alla elaborazione di "concetti", "regole", "modelli", "principi" che per loro natura devono essere "generali", non inerenti ad una singola realtà. Di per sè i concetti sono un'astrazione, una pura generalizzazione, ma ci guideranno poi nei comportamenti che adotteremo nelle future esperienze.
 
Nella terza fase riflessiva potremmo percorrere il processo inverso all'induzione: dal generale al particolare attraverso il processo deduttivo (deductive reasoning). E' ancora Aristotele che descrive come questa capacità riflessiva ci consenta di partire da un concetto generale per giungere a conclusioni particolari, perché siamo tornati all'Esperienza, dove i concetti potranno essere usati per decidere e guidare i nostri comportamenti pratici.
 
Alcune riflessioni e note importanti (sempre personali ed opinabili):
  • non è detto che la prima fase dell'apprendimento sia l'Esperienza. La formazione e la scuola, ad esempio, portano spesso i discenti a partire dai Concetti. Se durante un corso formativo vengono forniti teorie e metodi, il discente per apprendere dovrà dedurre comportamenti da utilizzare nell'Esperienza per poi indurre quali risultati hanno dato per certificare/modificare il concetto appreso. Insomma si parte dai Concetti, si Deduce nell'Esperienza, e di induce per tornare ai Concetti;
  • come Kolb ci suggerisce con gli Stili di Apprendimento, sono convinto che ogni essere umano, per carattere o per lavoro, sia più portato per alcune di queste 4 fasi. Ci sono i pragmatici che ameranno la fase dell'Esperienza ("Agiamo !"), gli "induttivi" che ameranno riflettere ("cosa è successo, cosa impariamo da questo ?"), i concettuali che ameranno parlare per teorie e generalismi e i deduttivi che studieranno come sperimentare i concetti nell'Esperienza.
  • solo vivendo tutte e 4 le fasi posso favorire l'Apprendimento;
  • nella formazione esperienziale penso che il ruolo del facilitatore sia garantire e facilitare che i partecipanti vivano tutte e 4 le fasi.
Forse non c'è una grande differenza dal ciclo di Kolb, o forse sì ... Sicuramente percepisco maggiore chiarezza in me stesso sul processo dell'apprendimento, e devo dire che quando mi capita di spiegarla in aula ho la netta sensazione che i partecipanti comprendano più velocemente questa interpretazione rispetto a quando spiegavo Kolb.
Vedremo se tra un po' di anni evolvo ancora ......

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